Mandorlo di Tizzana

In via delle Piastre, lungo la strada che da Quarrata, località la Costaglia, conduce a Tizzana, si trova una maestosa pianta di mandorlo di circa duecento anni di età, che ha la circonferenza del tronco di tre metri e raggiunge l’altezza di venti metri. E’ di proprietà del sig. Piero Danti.
Foto di Aldo Innocenti e Damino (Roberto Innocenti)

 

 

Il Mandorlo da www.agraria.org.
Il Mandorlo (Amygdalus communis L. = Prunus amygdalus Batsch; Prunus dulcis Miller) e’ una pianta originaria dell’Asia centro occidentale e, marginalmente, della Cina. Venne introdotto in Sicilia dai Fenici, proveniente dalla Grecia, tanto che i Romani lo chiamavano “noce greca”. In seguito si diffuse anche in Francia e Spagna e in tutti i Paesi del Mediterraneo. In America giunse nel XVI secolo. Appartiene alla Famiglia delle Rosaceae, sottofamiglia Prunoideae. Alla specie Amygdalus communis appartengono tre sottospecie di interesse frutticolo: sativa (con seme dolce ed endocarpo duro; comprende la maggior parte delle specie coltivate), amara (ha seme amaro per la presenza di amigdalina) e fragilis (con seme dolce ed endocarpo fragile). Pianta a medio sviluppo, alta 8-10 m, molto longeva. L’apparato radicale è molto espanso. I rami, di colore grigiastro o marrone, portano gemme a legno e a fiore; le gemme possono essere isolate o a gruppi di 2-3 e diversamente combinate. Le foglie sono lanceolate, seghettate, piu’ strette e piu’ chiare di quelle del pesco, portanti delle ghiandole alla base del lembo e lungamente peduncolate. I fiori, ermafroditi, sono bianchi o leggermente rosati nell’Amygdalus communis L. ssp. amara, costituiti da 5 petali, 5 sepali e da 20-40 stami. L’ovario presenta 2 sacchi embrionali contenenti, ognuno, 1-2 ovuli. Il frutto e’ una drupa che presenta esocarpo carnoso, di colore verde, a volte con sfumature rossastre, piu’ spesso peloso ma anche glabro, ed endocarpo legnoso contenente il seme o mandorla; questo e’ ricoperto da un tegumento (episperma) liscio o rugoso, di colore variabile dal marrone all’ocra. In alcune cultivar e’ possibile riscontrare con una discreta frequenza la presenza, all’interno dell’endocarpo, di due semi (Fenomeno dannoso ai fini commerciali). Il mandorlo e’ caratterizzato da una fecondazione entomofila, per cui nel mandorleto si rende necessaria la presenza di un certo numero di arnie durante la fioritura. La maggior parte delle cultivar e’ autosterile, ed inoltre sussistono casi di eteroincompatibilita’; cio’ risulta estremamente importante ai fini della scelta delle cultivar. L’epoca di fioritura, pur variando fra i diversi ambienti (da gennaio a marzo) e’ alquanto precoce. Negli ultimi decenni la mandorlicoltura è complessivamente mutata sia per quanto riguarda il comparto produttivo che quello commerciale. Pur essendo molto diffuso nel bacino del Mediterraneo, il mandorlo ha avuto in questo ambiente periodi di stasi, se non di regressione, a causa dell’inadeguatezza degli impianti, spesso obsoleti e con tecniche di coltivazione tradizionali. Viceversa negli USA si è verificato un deciso sviluppo grazie alle nuove piantagioni specializzate eseguite con portinnesti capaci di adattarsi alle condizioni pedologiche e con buona affinità d’innesto e all’introduzione di moderni sistemi di raccolta meccanizzata.
Le migliori condizioni pedoclimatiche per la coltivazione del mandorlo sono le aree temperate dove meno frequenti sono le brinate tardive.

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