Villa Bastogi o Jandaia a Montale

La Villa Jandaia o Bastogi si trova a Montale lungo Via Garibaldi tra il capoluogo e la frazione di Stazione. E’ composta dalla Torre, dal corpo della Villa e dalla Cappella. La villa fu acquistata il 30 giugno del 1811 da Michelangelo Bastogi. L’atto di vendita (Catasto Granducale 445, Registro Volture 1809-1826) descrive la Fattoria di Jandaia composta da una villa con terre coltivate a mano, precisando che era costituita da diversi quartieri padronali con annessi granai, cantine, stalle, tinaia, con una piccola cappella e sacrestia ed un boschetto di agrumi. La famiglia Bastogi non era della zona ma proveniva da Livorno. Il personaggio più importante di questa famiglia fu Pietro Bastogi, ministro della finanze del governo Cavour, che inventò la parola cedola oltre ad aver strappato al gruppo Rotschild la costruzione delle ferrovie al sud. La Fattoria è composta da moltissimi terreni agricoli, granai, cantine, stalle e tinaie, nonché una cappella con annessa sacrestia. Per Michelangelo Bastogi l’acquisto della Jandaia fu un investimento di una parte minore dei tanti capitali accumulati con la sua compagnia di vaporetti di Livorno. Il figlio Pietro, dette una svolta all’azienda di famiglia trasformandola in banca privata e in azienda di costruzioni ferroviarie. I discendenti di Pietro vendettero la villa alle sorelle Carandini, tutte e tre non sposate, che vi venivano a trascorrere l’estate, e che in seguito la donarono ad un convento di suore. Dopo altri passaggi di proprietà, e alcuni decenni di abbandono, la villa, in anni recenti, è stata acquistata dall’imprenditore Lido Pecchioli che ha ristrutturato il complesso con un piano di recupero che tutela il prestigio degli immobili e del magnifico parco, ricco di preziose e secolari alberature. Pecchioli, che risiede alla Jandaia con la sua famiglia, ha permesso che il parco e la villa si aprissero ad eventi culturali in modo che fossero conosciuti dalla comunità di Montale. L’elemento principale che la contraddistingue è la Torre, di color rosso, che si presenta maestosa a chi percorra Via Garibaldi. Alta circa quaranta metri, si presenta a colonna con restringimento e terrazzino all’apice. Essa non era altro che un essiccatoio per foglie di gelso utilizzati per nutrire bachi da seta.

Cappella della Villa

 

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