Corno alle Scale (da Casetta Pulledrari)

Vetta del Corno alle Scale

Il monte Corno alle Scale e’ formato da due cime, la Punta Sofia (1939 m. s.l.m.) e la Punta Giorgina (1945 m. s.l.m.): sulla Punta Sofia e’ posta una grande croce metallica, che alcuni anni fa ha sostituito un’altra croce distrutta con la dinamite in un insensato atto vandalico.

Il massiccio montuoso del Corno alle Scale e’ caratterizzato da strati d’arenarie messe a nudo nelle strette pareti del versante orientale mentre il versante che confina con l’Alto modenese e con la Toscana e’ ricoperto interamente da estesi boschi di castagni, faggi e conifere, salvo che nella parte piu’ elevata caratterizzata da vaste praterie. Questo lungo itinerario ha inizio dalla Casetta de’ Pulledrari, localita’ situata sulla Montagna Pistoiese, dove si trovano un albergo e ristorante.

Il crinale
Segnali

 

Corno alle Scale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dalla Casetta Pulledrari (quota 1222,), imbocchiamo il sentiero CAI n. 3: la prima parte del percorso si snoda all’interno della Foresta del Teso (poco dopo la partenza c’e’ una fresca fonte) con ampio sentiero che sale costante fino al Rombiciaio (quota 1347,). Qui il sentiero n. 3 incontra altre due sentieri: il 33 e il 53, ma noi procediamo sempre sul n. 3: ora una salita impegnativa ci porta a

Rifugio del Montanaro

superare il Passo della Pedata del Diavolo ( quota 1404,). Da qui si va a raggiungere il Rifugio Fonte del Montanaro (quota 1567,): ora si puo’ fare un breve riposo e ristorarsi nello spazio attrezzato con tavoli e panche. Camminiamo poi nel bosco fino a giungere al Passo della Nevaia (quota 1617), dove troviamo un trivio di sentieri CAI: il n. 20, il n. 35 e lo 00; si deve prendere quello di sinistra, il sentiero CAI n. 20. Questo sentiero si snoda sul fianco occidentale del monte Gennaio: con un lungo tragitto, compiuto nella zona alta della Valle della Verdiana (il torrente appare in fondo al pendio), attraversando un torrente e qualche tratto ghiaioso arriviamo al Passo del Cancellino (quota 1614), dove spira sempre un fortissimo vento e dove sono

Passo della Nevaia

antichi cippi confinari che segnavano il confine fra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio. Questo passo trae il suo curioso nome da un cancello che, anticamente, dava accesso ai pascoli recintati del Granduca di Toscana per separarli dai pascoli emiliani (allora nello Stato del Vaticano). Andiamo ora a sinistra lungo il sentiero CAI n. 00 ad affrontare il ripido Passo dello Strofinatoio (quota 1847), ricordando che proprio di qui transitava la piu’ importante via medioevale dell’Appennino.$p00 Da qui transitava una preistorica strada di caccia risalente, addirittura, al Paleolitico Superiore (periodo che va dai 40.000 ai 10.000 anni a.C.) come attestano alcuni manufatti rinvenuti lungo il percorso. Questa strada e’ stata usata successivamente usata dai Romani prima della costruzione della via Emilia, avvenuta nel 187 a.C.: in particolare Plauto e Sallustio ci danno notizia dell’esistenza, sull’Appennino pistoiese, di una strada romana che doveva essere la piu’ breve per collegare Roma con la regione Padana. Il percorso di questa strada, poi chiamata Via Guelfa, era il seguente:

Passo del Cancellino

aveva inizio da Serravalle, raggiungeva Casore del Monte, poi costeggiava il Monte alle Croci (m. 740), andava alla Femminamorta , quindi Prunetta, Gavinana, costeggiava i Monti Terminaccia (m. 1154) e Crocicchio (m. 1365), andava alla Maceglia (m. 1424), quindi al Passo della Nevaia (m. 1617), aggirava il Monte Gennaio (m. 1814), giungeva al Passo del Cancellino (m. 1634), saliva al Passo dello Strofinatoio (m. 1807), da qui va a sinistra verso il Passo dei Tre Termini (m. 1785), aggirava il Lago Scaffaiolo ed il Monte Cupolino (m. 1853) e giungeva al Passo della Calanca per proseguire, poi, verso Fanano attraverso Ospitale. Resti di questa strada sono ancora presenti sul terreno, dalla Valdinievole fino a Fanano: una tomba romana a incinerazione al margine di questa strada, nei pressi di Casore del Monte, in localita’ Smilea

Passo dello Strofinatoio

(questa parola e’ la deformazione del termine mausolea, con il quale gli agronomi romani indicavano i cippi o cumuli di pietra che delimitavano le linee di confine della proprieta’); presenza di fortificazioni e di un’epigrafe di eta’ bizantina nei pressi di Casore del Monte; ritrovamento di tre villaggi di eta’ tardo romana e di una moneta a Gavinana, nel luogo detto Viaccia (ossia, antica strada) e altri ancora.Dal Passo dello Strofinatoio andiamo a destra lungo il sentiero CAI n. 37 che ci conduce in pochi minuti sulla vetta del Corno alle Scale 4 h. e 30 minuti dalla partenza). Il Corno alle Scale e’ formata da due cime, la Punta Sofia (1939 m. s.l.m.) e la Punta Giorgina (1945 m .s.l.m.): sulla Punta Sofia e’ posta una grande croce metallica, visibile anche da grandi distanze e che alcuni anni fa ha sostituito un’altra croce distrutta con la dinamite in un insensato atto vandalico.