Gello di Pescaglia

Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano

Gello e’ una frazione del Comune di Pescaglia, nella Valle del Serchio. Il toponimo deriva dal latino e significa piccolo campo: il paese e’ nominato per la prima volta nel 1355, come appartenente alla Contea di Coreglia. E’ formato da due piccole frazioni, in mezzo alle quali s’incontra la chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano: in origine del XII secolo, venne ampliata e trasformata radicalmente nel XVII secolo, con il cambio d’orientamento della facciata, ampliandola e rivestendola con bozze di pietra calcarea. Conserva una bella edicola per gli oli sacri, riconducibile alla scuola del Civitali ed un fonte battesimale del 1387.
Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano – Il primo documento nel quale compare il nome di Gello è dell’ 898; secondo lo storico G. Ghilarducci la chiesa infatti, risalirebbe al V o VI sec., perchè dedicata ad un martire, S. Cassiano, e non ad un Santo guerriero come era consuetudine in epoca longobarda. Tra l’XI e il XII sec. la chiesa, di dimensioni più contenute rispetto a quelle attuali, fu riedificata con bozze in pietra di calcare locale squadrate e montate “a filaretto”, tecnica che dichiara la qualità e l’importanza dell’edificio, ed era orientata, come tutte quelle costruite in quel periodo, in direzione est-ovest. Un tratto della muratura originaria è visibile dall’esterno nella parte che va dalla porta laterale alla sacrestia. Nel 1387 fu concesso alla chiesa il fonte battesimale di forma dodecagonale ricavato da un monolite di arenaria. Con il privilegio del fonte la chiesa divenne una pieve ed a questo si aggiunse anche il privilegio di poter costruire un cimitero; nel 1495 fu ampliata attraverso la demolizione dell’abside semicircolare e il prolungamento dei muri laterali per formare una nuova abside di forma rettangolare. Nel 1620, con un nuovo intervento di ristrutturazione, venne invertito l’orientamento del fabbricato spostando l’accesso principale ed ampliando la navata di circa 6,5 mt. Nel 1626 la facciata era ultimata, compreso il portale in pietra, donato da Tommaso Cantoni, come riporta un’incisione, e l’innalzamento del coro. I lavori successivi si protrassero per diverso tempo e furono ultimati tra il 1630 e il 1647. Attualmente la chiesa è a aula unica con scarsella rettangolare. Il soffitto è ordito con capriate lignee, travi, arcarecci e travicelli. Nel 1689 il cornicione del coro e le due nicchie furono decorate a stucco e nel 1710 con la stessa tecnica furono eseguiti gli ornamenti di finitura del quadro posto sopra l’altare maggiore e fu restaurato il campanile. Nel 1730 fu affrescato il muro dell’arco absidale. Nel 1877 fu eseguito l’ultimo intervento strutturale sul fabbricato che comportò il restauro di un largo tratto delle murature e l’apposizione di catene, infine, nel 1973, furono restaurate le decorazioni pittoriche interne.

Veduta panoramica