Questo itinerario per l’Alpe di Pruno e’ dedicato alla memoria del mio amico Agostino Bartolucci, scomparso il 13 marzo 2006, vero protagonista di questa parte delle Apuane, anzi direi il principale protagonista della vita che si svolgeva nella zona. A Collemezzana, lui che era nipote di Angiolo Bartolucci, il Nonno della Pania, era principe di ospitalita’ per tutti gli amanti della montagna che transitavano da quelle parti, continuando la tradizione di suo nonno, del quale conservava cimeli, come il famoso corno, ricavato da una grande conchiglia, che il Nonno suonava per avviare i viandanti del pericolo di un temporale in arrivo. Questo percorso inizia dalla piccola borgata di Orzale, situata sopra Cardoso, e raggiunge le localita’ che si trovano sul fianco occidentale della Pania, localita’ che fanno parte dell’Alpe di Pruno.
Da Orzale (quota 384), piccolo gruppo di case situato sopra Cardoso, si sale lungo il sentiero CAI n. 7, tra grandi piante di castagno, e si arriva a Collemezzana (quota 767, 1 h. e 15 minuti dalla partenza): qui abitava il Nonno della Pania Angelo Bartolucci (vedi la sua storia personale in un successivo capitolo dell’itinerario) e qui abitava per diversi mesi all’anno il nipote di Angiolo, Agostino Bartolucci, di cui mi onoro di essere stato amico, che aveva raccolto l’eredita’ di suo nonno in quanto ad ospitalita’ prestata a tutti coloro che passavano da quella casa. Purtroppo, pero’, Agostino e’ deceduto il 16 marzo 2006 e con la sua scomparsa se n’e’ andato un pezzo di storia delle Apuane: basti pensare che in gioventu’ e’ salito da Cardoso a prendere la neve da portare a valle per venderla come ghiaccio. E’ stato, insomma, uno di quegli “Uomini della Neve” che hanno dato il nome al Passo degli Uomini della Neve che si trova sul fianco della Pania: tanto per dire! Lasciamo Collemezzana e i tanti ricordi che mi mettono tristezza e andiamo a sinistra lungo il sentiero n. 124, per raggiungere una una fresca sorgente, e’ la Fonte del Pozzetto (quota 750, 1 h. e 25 minuti dalla partenza). Rinfrescati dall’acqua della fonte, proseguiamo il cammino lungo il sentiero CAI n. 124 fino a pervenire a San Rossore (quota 820, 1 h. e 40 minuti dalla partenza), grosso casolare regno della pastora Siria, la quale abita a Malinventre (piccola borgata posta poco prima di Cardoso) ed ha l’ovile sulla strada che da Cardoso conduce a Pruno: ma d’estate lei e il marito conducono qui le pecore all’alpeggio. La notte le pecore stanno a San Rossore, ma il giorno vengono portate a brucare l’erba ai piedi della Pania, sotto il Canale dei Carrubi o verso Mosceta: molte persone che si sono recate a Mosceta o che da qui sono scese verso Collemezzana l’avranno sicuramente notate. La Siria gode di una certa notorieta’ perché tutti gli anni la notte di Natale, quando a Pruno viene fatta la rappresentazione vivente del presepio, lei e le sue pecore sono fra gli interpreti principali. Anche lei, cosi’ come faceva Agostino, ma come tutte le persone che si incontrano da queste parti, e’ di grande ospitalita’: ci ha offerto la ricotta fresca e con quella abbiamo fatto colazione. Bisogna aggiungere che tutta la zona che va da Collemezzana alla Fania e’ punteggiata di casolari che un tempo erano tutti abitati: a Cima alla Ripa, localita’ posta a poca distanza da San Rossore, si trova uno spiazzo erboso, una piccola aia; qui, mi ha raccontato Agostino, si riunivano tutti gli abitanti dei casolari sparsi sull’Alpe di Pruno e venivano fatte feste e balli. Allora era un altro mondo: c’era sicuramente piu’ amicizia e le persone si volevano piu’ bene; bisogna pero’ aggiungere che qua fortunatamente questi sentimenti non sono andati perduti e quando d’estate i casolari si rianimano riaffiora l’umanita’ che un tempo caratterizzava questa zona. Come non citare la grande amicizia di Agostino con la Siria e il “Paci’”, il di lei marito, oppure con la figlia e il genero (a proposito, li abbiamo incontrati sul sentiero per Collemezzana) di Ange’ e Lore’ (Angela e Lorenzo), i mitici coniugi che abitavano la casa del Cantuccio a Cima alla Ripa. Dunque lasciati la Siria e San Rossore siamo andati a Cima alla Ripa (quota 800, 1 h, e 50 minuti dalla partenza) che e’ stata regno di Ange’ e Lore’: sopra la porta di ingresso della abitazione e’ posta un foto dei due coniugi con la scritta Ange’ e Lore’, regina e re. Agostino mi ha raccontato che e’ stato Lorenzo ad insegnare al mitico professore Del Freo e ai primi pionieri frequentatori della Pania il luogo dove costruire il rifugio di Mosceta, che sara’ poi intitolato allo stesso professor del Freo. Lasciata Cima alla Ripa ci siamo incamminati lungo il sentiero 124 e in pochi minuti siamo giunti alla Fania (quota 905, 2 h. e 5 minuti dalla partenza), dove ai piedi di uno dei piu’ grossi faggi di tutte le Apuane di trova il rifugio dell’U.O.E.I. (Unione Operai Escursionisti Italiani) di Pietrasanta e si trova anche una fresca fonte. Dal rifugio della Fania abbiamo proseguito il cammino sul sentiero 124, ma dopo poche decine di metri abbiamo fatto una deviazione a destra di circa duecento metri: siamo andati nel luogo chiamato La Tomba (quota 955, 2 h. e 15 minuti dalla partenza), dove si trova un grosso casolare circondato da prati. Infatti tutta questa zona che va Collemezzana alla Fania un tempo era tutta coltivata: era la povera agricoltura di montagna, dove dominavano il grano e le patate; ora invece gli alberi hanno preso il sopravvento e si stenta a credere che qui ci fossero tutti campi coltivati. Poco sopra il casolare della Tomba, ai piedi di un grosso masso, si trova una lapide: questo e’ il luogo dove i tedeschi il 10 maggio 1945 uccisero barbaramente Angiolo Bartolucci, il mitico Nonno della Pania, vero principe di ospitalita’ verso tutti, sia che fossero i primi pionieri che frequentavano la Pania o i tedeschi o gli americani. Come mi ha detto il suo nipote, un goccio di latte non mancava mai per chiunque si fosse recato a Collemezzana: trovarsi davanti al luogo dove fu ucciso perché sorpreso a guidare una pattuglia di soldati americani commuove molto ; si perché lui aveva guidato qui gli americani perché glielo avevano chiesto essendo un profondo conoscitore della zona, ma vi aveva anche condotto i soldati tedeschi o chiunque altro glielo avesse chiesto. Voglio anche aggiungere che poco sopra la Foce di Valli si trova una croce messa li’ in memoria del Nonno; credo che ci sia passato da questo valico l’avra’ sicuramente notata. Dopo essere stati alla Tomba, possiamo intraprendere il cammino inverso per tornare a Collemezzana e quindi a Orzale: per il ritorno impiegheremo circa 2 h. per un tempo totale di escursione di 4 h. e 15 minuti.