Pieve di San Michele e di San Francesco a Carmignano

La Pieve di San Michele e di San Francesco a Carmignano fu costruita nel XIV secolo in sostituzione dell’antica parrocchiale, della quale, edificata intorno al Mille e trasformata nel 1749 in casa colonica, non resta alcuna traccia, se non la localita’ che porta il nome di Pieve Vecchia. Eretta in stile gotico, fu soggetta a varie modifiche e aggiunte successive, come la costruzione antistante la facciata del portico rinascimentale ad archi a tutto sesto, poggianti su colonne in pietra serena di stile tuscanico, e l’erezione del chiostro annesso alla chiesa, del medesimo stile e periodo. L’interno, a navata unica, con coro a tre scarselle coperte da volte a vela, subì ampie trasformazioni dal 1631 al 1771. Gli originali archi acuti furono sostituiti da arconi a tutto sesto; la travatura del soffitto fu chiusa da una copertura a volta; vennero eretti numerosi altari, patrocinati da alcune importanti famiglie di Carmignano, e, infine, furono aggiunte numerose rifinitura decorative. Nel 1782 i frati furono estromessi da San Michele , la chiesa diventò parrocchia e il convento canonica. Nel 1937 San Michele ebbe il titolo di propositura. Sempre nel Novecento furono eseguiti numerosi lavori di restauro, tesi a liberare l’architettura dai pesanti e incongrui interventi sei – settecenteschi. Nel 91848 fu riportata in luce l’antica copertura lignea, rinnovata la pavimentazione, aperte monofore, introdotte vetrate e tolte inutili e dannose sovrastrutture. Nel 1963 furono fatti ulteriori restauri che portarono alla semplificazione dell’altare maggiore, costruito da Padre Bonaventura de’ Bruni nel 1731, e alla realizzazione di un’agile balaustra. In questa occasione si intervenne anche sul chiostro, che fu imbiancato e risistemato con la costruzione del giardinetto e l’immissione, dall’aia a fianco della distrutta pieve antica, del pozzo risalente al 1622 e appartenuto alla famiglia Rucellai. La chiesa è infine da ricordare per l’importanza e bellezza di alcune opere conservate al suo interno. Pima tra tutte, la Visitazione del Pontormo, uno dei più grandi capolavori del Manierismo toscano, eseguita nel  1530 e collocata al secondo altare di destra. Da segnalare, poi, un grande affresco (staccato) con San Cristoforo, opera di Andrea di Giusto, aiuto del Beato Angelico e di Masaccio, situato nella parete destra di fondo; la sinopia di quest’ultimo, custodita nella cappella destra a fianco della maggiore, e una tavoletta con l’Annunciazione, vicina alla maniera di Lorenzio Monaco.