Porreta

Porreta e’ una piccolissima frazione del Comune di Careggine, posizionata su uno dei pendii che discendono dal Monte Sumbra: ha sempre fatto parte della comunita’ di Capricchia e anche la chiesa parrocchiale e’ quella di S. Antonio Abate a Capricchia. Capricchia, l’antica Capriculum, comprende sei villaggi: Capricchia stessa, Mezzana, Le Coste, Iapori, Porretta e I Colli.
Dalla strada principale una deviazione sulla destra conduce in breve al piccolo borgo di Porreta, felicemente costruito su un pendio, il colle di Porreta (1270 m. s.l.m.) esposto al sole fin dal primo mattino. E’ circondato da boschi e sovrastato da colline ricche di terrazzamenti dove un tempo la comunità qui residente ricavava attraverso l’agricoltura il proprio sostentamento. Questo nucleo è formato da poche case, alcune di nuova costruzione insieme ad altre più antiche; fra queste ultime alcune sono dotate di terrazze tipiche della zona, ossia le famose Altane Garfagnine, altre hanno i tetti ricoperti di lastre di ardesia. Dal paese la vista può spaziare dalla valle sottostante che si affaccia sulla Turrite Secca, ai verdi prati della Foce alle case di Iapori, Le Coste, Mezzana e ,in lontananza, la torre campanaria di Sassi. Un tempo il paese era difficilmente raggiungibile: un’unica via, poco più larga di un sentiero, iniziava da Isola Santa e saliva alle Capanne di Careggine, proseguiva per i Colli di Capricchia, dove ancora oggi è visibile una marginetta in pietra, passava nei pressi della chiesa di Sant’Antonio Abate e Porreta e arrivava a Mezzana. da qui risaliva faticosamente alla Foce e si divideva in due rami: uno raggiungeva Careggine, mentre l’altro scendeva verso Castelnuovo Garfagnana. In questo borgo minuscolo, al tempo della Seconda Guerra Mondiale, e’ avvenuto un episodio che vale la pena di ricordare: la famiglia Gigli di Porreta, con grave rischio personale e con l’assenso degli altri abitanti del paese, e’ riuscita a tenere nascosta la famiglia ebrea Maier, dopo che i suoi membri erano riusciti a scappare dal campo d’internamento di Castelnuovo di Garfagnana, impedendo, cosi’, che fossero portati nel campo di concentramento di Auschwitz. A Porreta viveva Francesco Giovanni Conti, meglio conosciuto come il Cecco di Porreta, che sapeva a memoria tutta la Divina Commedia, ed era bravo anche a recitarla. Conosceva altrettanto bene anche la Gerusalemme Liberata del Tasso e l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, poeti antiche e moderni erano tutti alla sua portata. Ma il fatto più straordinario è che non aveva titoli di studio, però leggeva molto ed aveva una grande memoria. Siamo negli anni Cinquanta del XX secolo.